Anna Lambertini
All’inizio di via Bolognese, in un podere di circa due ettari posto in località Pellegrino, viene realizzato a partire dal 1858 l’orto-giardino sperimentale della Società Toscana di Orticoltura.
Il Giardino, oltre a sistemazioni con piante ornamentali e produttive, era destinato a ospitare esposizioni orticole e di floricoltura di livello nazionale e internazionale.
All’impostazione del Giardino partecipa Attilio Pucci, all’epoca capo giardiniere dell’Orto Botanico del Museo di Scienze Naturali a Boboli. L’assetto attuale è invece il risultato di sistemazioni novecentesche, condotte a più riprese per adattare il Giardino a spazio pubblico.
La spettacolare serra di ferro, ghisa e vetro, in stile moresco fiorito, che impreziosisce il Giardino è stata progettata da Giacomo Roster, a cui nel 1878 viene affidato l’incarico di costruire un Tepidarium per le piante tropicali.
La loggetta a tre arcate, citazione della loggia vasariana del Pesce, oggi al centro di un prato arborato, fu costruita in occasione dell’Esposizione internazionale di floricoltura del 1911.