La guida

A cura di

Anna Lambertini

con i contributi di

Fabio Ciaravella, Daniela Cinti, Carlo Francini, Giorgio Galletti,
Biagio Guccione, Anna Lambertini, Luigi Latini, Tessa Matteini,
Emanuela Morelli, Emanuela Paglia, Ines Romitti, Antonella Valentini, Mariella Zoppi

© Copyright 2020
Edifir-Edizioni Firenze
via de’ Pucci, 4 – 50122 Firenze
Guida, bilingue, 128 pagine

Attraverso i Giardini

Anna Lambertini

“I giardini di un’epoca sono tanto rivelatori dello spirito che la anima, quanto possono esserlo la scultura, la pittura, o le opere degli scrittori”.

Pierre Grimal

Questa guida tascabile è stata pensata per offrire al lettore spunti per un viaggio a piedi dentro Firenze, nello spazio e nel tempo dei suoi giardini. E’ organizzata in due sezioni, Giardini di città e Itinerari.
La prima raccoglie le schede descrittive di diciotto luoghi, scelti con l’intento di fare emergere la complessità del sistema fiorentino di giardini e spazi verdi di pubblica fruizione. Ai giardini storici e ai siti patrimoniali, componenti dello straordinario e consistente repertorio di beni culturali e paesaggistici di cui dispone la città, si combinano tessere di paesaggi del quotidiano di recente riconfigurazione. Il risultato è la definizione di un misurato ma composito atlante di luoghi, per documentare l’evoluzione delle idee e delle forme di giardino urbano coltivate a Firenze nel corso dei secoli, dal Quattrocento ad oggi.
Muoversi per una città attraverso i suoi giardini significa spostarsi da un luogo a un altro camminando su superfici temporali, modellate nei tempi brevi e nei tempi lunghi dei cicli naturali e delle trasformazioni umane e nel susseguirsi di differenti stagioni climatiche e culturali. Nel tempo multiplo del giardino “l’eternità – sia pur relativa – della pietra” dialoga con “la fugacità del fiore”, per usare le parole di Monique Mosser.
Ogni scheda suggerisce una tappa del viaggio, e ogni tappa è stata interpretata come il nodo portante di un circuito aperto e implementabile di camminate urbane, per scoprire (o riscoprire) Firenze città-palinsesto: un sistema stratificato di luoghi viventi, di tracce, segni e narrazioni, prodotto di quel continuo processo di cancellature e riscritture che ne fa la storia.
Andando per giardini, al piacere del camminare si unisce quello di conoscere luoghi dove la “natura si è fatta pensiero” e di vedere, comprendere, immaginare quali e quante idee di natura potremmo (dovremmo) coltivare, come individui e come società, nel nostro tempo e nel prossimo futuro. Per mettere in fila le varie schede e impostare una successione narrativa, si è optato per un ordine di presentazione che tenesse conto tanto di sequenze cronografiche, quanto della localizzazione e distribuzione dei vari nodi del circuito.
Tuttavia, scegliendo come organizzare altre sequenze, durata e tempi delle visite e combinando liberamente le diverse tappe anche in riferimento ai ritmi stagionali dei giardini, ogni lettore/esploratore potrà prepararsi ad affrontare più d’un viaggio e decidere di seguire di volta in volta un differente fil vert, per sperimentare percorsi alternativi, collegando altri nodi a quelli segnalati.
Si inizia dal prezioso spazio introverso disegnato tra le mura del Palazzo di via Larga, ora Medici Riccardi, di matrice quattrocentesca ma riadattato nei primi del Novecento, considerato un modello di giardino formale di città, e si prosegue per accedere al cinquecentesco Giardino dei Semplici, tra i primi Orti botanici al mondo, voluto da Cosimo de’ Medici per classificare e collezionare piante rare e esotiche.
Dopo una sosta immersiva nel giardino topografico del Museo Archeologico, allestito alle soglie del Novecento con sensibilità “ruinista” e antiquaria, si possono raggiungere i vicini Orti Dipinti, primo (e per ora unico) community garden realizzato nel centro storico di Firenze. Qui, l’idea di giardino come luogo dove far fiorire le relazioni sociali e condividere pratiche di orticoltura urbana è atterrata su una pista di atletica abbandonata, a sua volta planata – indebitamente – sull’impianto di uno storico orto-giardino in abbandono. Ci si imbatte così in una delle possibili interpretazioni attuali del giardino-palinsesto, a cui si affianca quella offerta dal Terzo Giardino, situato su una sponda dell’Arno nei pressi di Porta di San Niccolò. In un tratto di margine fluviale si sperimenta il tema del giardino come luogo di cura dell’incolto, presidio del selvatico e della natura evolutiva. Un progetto che trae ispirazione dalla poetica e dalla pratica ecologico-umanista del noto paesaggista francese Gilles Clément.
Beneficiando di un continuum eterogeneo di spazi aperti pubblici camminabili si giunge alla base delle Rampe, recentemente restaurate. Da qui si procede con l’esplorazione delle sistemazioni ottocentesche – oltre alle Rampe, il Giardino delle Rose, le passeggiate panoramiche, i viali alberati e le pause che strutturano il sistema del Viale dei Colli – ideate dal disegnatore di città Giuseppe Poggi per il Piano di ingrandimento di Firenze Capitale e realizzate con il fondamentale contributo del giardiniere Attilio Pucci.
Il viaggio attraverso i giardini e i paesaggi urbani dell’Oltrarno è un’esperienza a elevata definizione estetica.
Si consiglia di immergersi nel Giardino dell’Iris, organizzato alla fine degli anni Cinquanta per ospitare esposizioni botaniche del fiore simbolo della città in una porzione panoramica di collina olivetata. Di attardarsi nel Giardino Bardini, muovendosi lungo la scalinata di origine barocca o il percorso sotto la pergola col glicine, dopo essersi riempiti gli occhi sulla terrazza belvedere. Di sostare al Giardino del Cavaliere, raffinata terrazza-giardino proiettata sulle colline di Arcetri che costituisce il punto più elevato di Boboli. Di smarrirsi al Parco di Villa Strozzi al Boschetto, ridisegnato a metà Ottocento e salvato negli anni Settanta da un intervento di speculazione edilizia grazie alla mobilitazione dei cittadini. Modellati sulle pendici dei rilievi collinari e sistemati a ridosso dell’antica cinta muraria con terrazze e belvedere, questi giardini intrattengono potenti – talvolta impreviste – relazioni visuali con la città. Tanto che Mariella Zoppi scrive nelle pagine che seguono: “c’è un solo modo per conoscere Firenze: salire sulle sue colline, entrare in uno dei tanti giardini e affacciarsi sul panorama, rimanendo appena al sopra della lanterna del Duomo.” Il giardino, suadente dispositivo percettivo, invita ad allenare lo sguardo estetico. Come nodo portante di un circuito fiorentino attraverso giardini e spazi aperti di pubblica fruizione non possono mancare le Cascine, primo parco urbano aperto ai fiorentini, che Pietro Leopoldo di Lorena fece sistemare alla fine del Settecento da Giuseppe Manetti. Da lì al Giardino della Ciminiera della Manifattura Tabacchi e al Giardino del Teatro del Maggio il passo è breve, ma dal punto di vista cronografico, dell’immagine attuale dei luoghi, sarà come saltare attraverso differenti livelli temporali. Perché i giardini sono macchine del tempo.
Puntiamo poi verso il colle di Montughi, che Guido Carocci nel 1875 definiva “tra le più vaghe colline prossime a Firenze” per raggiungere l’insieme interconnesso dei giardini storici di Villa Fabbricotti e del Museo Stibbert. Per conquistarlo occorre esercitare con decisione l’autorità dei piedi (rievocata dallo storico del giardino John Dixon Hunt) “che essendo espansiva ed imperiosa, non ammette un confine limitato, ma si muove attraverso l’estensione e la varietà”. La sequenza dei Giardini di città si chiude con il Giardino dell’Orticoltura, all’inizio della via Bolognese, realizzato come orto-giardino sperimentale della Società Toscana di Orticoltura, dove si trova il grande Tepidarium, che un entusiasta visitatore definiva nel 1880 “elegantissima costruzione che non ha eguale in Italia e forse nemmeno in Europa”.
I consigli di viaggio però non sono ancora finiti. Nella seconda parte della Guida altre letture invogliano anche a sconfinare, a provocare incontri ravvicinati con altri luoghi e figure che hanno fatto la storia del paesaggio fiorentino e con i sorprendenti contesti di prossimità che rendono così unica Firenze e i suoi dintorni. Cinque Itinerari conoscitivi – culturali, storici e geografici – invitano il lettore/esploratore a considerare con maggiore consapevolezza il sistema del paesaggio urbano fiorentino, patrimonio mondiale Unesco; a seguire in città il filo dell’Arno; a organizzare un tour dei giardini Medicei e di quelli fiesolani. E a conoscere l’opera di un indiscusso protagonista della cultura del progetto del giardino e del paesaggio del Novecento: Pietro Porcinai.
La Guida è stata ideata, composta e curata come un’opera collettanea.
Alla sua costruzione hanno contribuito tredici autori/autrici, studiosi/e di arte e di storia del giardino e del paesaggio e progettisti/e, dei/delle quali undici sono socie/i di AIAPP, Associazione Italiana Architettura del Paesaggio.
La differenza di sguardi, di attitudine narrativa e di percorsi di ricerca che si riflette nella scrittura dei vari contributi rende questo piccolo volume un elogio alla biodiversità culturale. Risorsa preziosa da coltivare, assieme ai nostri giardini.

Our 6-D Process

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