Antonella Valentini
Lungo i viali di circonvallazione, proprio all’esterno di quello che era il circuito fortificato della città, nel 2014 è stato aperto alla fruizione pubblica un nuovo spazio urbano a completamento della riqualificazione dell’area ferroviaria dismessa delle Grandi Officine Riparazioni. Vicino, la Stazione Leopolda, che è oggi uno spazio espositivo; alle spalle, il Teatro dell’Opera, inaugurato nel 2011, la cui torre scenica è diventata un landmark cittadino.
Ufficialmente è una piazza, intitolata a Vittorio Gui, direttore d’orchestra e compositore, ideatore del Maggio Musicale Fiorentino, ma in realtà è uno spazio ibrido e non potrebbe essere altrimenti vista la sua posizione, in continuità con il Parco delle Cascine e cerniera tra la città storica e quella ottocentesca.
La musica è il motivo ricorrente del progetto, dalla scansione ritmata dello spazio data dai filari di alberi e dagli allineamenti dei percorsi che tagliano i parterre a prato, alla modularità nella collocazione di oggetti, quali panchine e lampioni, al design concettualmente legato alla musica e al suono di elementi come le rastrelliere o la copertura della pensilina con la sua trama di lastre in vetro colorato scandita in quattro tonalità, dal verde scuro al celeste.
Un giovane pioppeto ha funzione di filtro visivo ed acustico rispetto alla città per questo tranquillo riparo dai rumori urbani, immerso nel fruscio musicale delle chiome sensibili al minimo alito di vento, ma in rapporto dialogico, con la Torre della Serpe, memoria delle antiche fortificazioni e, in lontananza, con la cupola del Duomo visibile dalla terrazza del teatro.